Il ricambio dell’aria con la VMC: intervista con l’architetto Valentina Raisa | Parte 2
Come dimensionare correttamente la VMC e quali norme seguire quando si parla di progettazione o riqualificazione? Lo scopriamo nella seconda parte di intervista con l'architetto Valentia Raisa.
Prosegue l’intervista con l’Architetto Valentina Raisa, esperta di progettazione e risparmio energetico, che evidenzia regole e buone prassi per una corretta progettazione della VMC.
Se non hai ancora letto la prima parte di intervista, la puoi trovare qui.
1) Quanto conta la VMC nel progetto di una casa sana? Esistono dei protocolli validati di aerazione?
La VMC è essenziale, ma risulta ancora svalutata perché esistono dei regolamenti edilizi e di igiene che sarebbe ora di revisionare completamente alla luce delle nuove direttive EPBD. Dal 2002 esse spiegano che la ventilazione degli ambienti è necessaria così come il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione e la produzione di acqua calda sanitaria.
Nonostante tutto in Italia rimane il concetto di “rapporto aeroilluminante”: cioè la salubrità degli ambienti si otterrebbe se i serramenti hanno una adeguata dimensione in rapporto alla superficie calpestabile. Basta! Questo concetto non ha più alcun senso dal momento in cui si installano serramenti con elevatissima tenuta all’aria. E non esistono protocolli validati di aerazione. Fatto sta che le muffe compaiono anche nelle abitazioni dei più virtuosi (classico esempio di chi si trasferisce in una nuova casa, ma l’impianto non è ancora funzionante).
2) Come si fa una buona progettazione VMC quando mancano gli spazi?
Beh, qui vince la progettazione della VMC decentralizzata. Quando mancano gli spazi, non si hanno scuse per non installare la VMC. Da quando esiste una normativa di prodotto che sottopone le centrali di VMC a test severissimi per potere essere immesse sul mercato, non ho remore in merito al loro utilizzo. Sono compatte, silenziose, con buoni livelli di efficienza di recupero di calore e filtrazione.
3) Ti sono capitati casi in cui la VMC non fosse ben dimensionata? Cosa puoi consigliare rispetto al dimensionamento? Come dimensionare un impianto VMC con sistemi puntuali, quali aspetti è utile considerare nella scelta della soluzione, quali vantaggi offrono i sistemi a doppio flusso continuo?
Quante domande interessanti.
Inizio con il dirti che i casi critici che devo affrontare sono legati alla mancanza della VMC. Solo in un caso mi è capitato di dover supportare un collega che stava affrontando un caso di contenzioso legale generato da una VMC sottodimensionata, in una residenza. Da oltre vent’anni sono in contatto con l’ufficio tecnico di una azienda del settore che supporta i progettisti nel dimensionamento della VMC. Non c’è stato un solo caso di lamentela per un dimensionamento sbagliato di un impianto. Mentre – piuttosto – si lamentano talvolta gli architetti, perché non piace loro il design delle bocchette, ma questo riguarda l’estetica, non la funzionalità!
Per dimensionare correttamente la VMC basta seguire la regola dell’arte nella quale sono presenti le indicazioni delle portate d’aria da immettere ed estrarre dai vari ambienti. Data la portata totale, è piuttosto facile scegliere i componenti dell’impianto centralizzato o il numero di centrali non canalizzate. Il procedimento è il medesimo indipendentemente dalla soluzione con o senza canalizzazioni. Quest’ultima, si sta molto diffondendo nei casi di ristrutturazione di ambienti esistenti dove non ci sono spazi tecnici per alloggiare canali d’aria.
I sistemi a doppio flusso, a cui accenni, sono definiti dalla normativa di settore come “bidirezionali” ed hanno tre principali vantaggi:
- il recupero di calore dall’aria espulsa
- la possibilità di filtrare l’aria in ingresso
- la capacità di variare la portata d’aria in funzione delle esigenze interne.
4) Cosa ne pensi della protratta coesistenza di norme italiane ed europee sullo stesso tema?
Nella domanda precedente avevo genericamente parlato di “regola dell’arte” perché speravo di evitare il quesito che adesso mi poni. Purtroppo, al momento i progettisti sono in forte difficoltà per la coesistenza di una norma italiana del 1995, obsoleta, e nuove norme europee che insegnano, tra le altre cose, a dimensionare la VMC. Penso che questa coesistenza stia creando confusione e stia facendo perdere un sacco di tempo ai progettisti. Speriamo che presto la situazione si risolva.
5) Perché in casa le persone tendono a curare più il contenitore (ad esempio l’arredamento) che il contenuto (l’aria che respirano)?
Beh, questo è così da sempre. Non so darti una risposta precisa, ma vedo che è così per tante cose: ad esempio molte persone curano di più la loro estetica piuttosto che la loro anima o la loro psiche.
Nel caso dell’aria “pulita” in casa, occorrerebbe riflettere sul fatto che l’inquinamento indoor può generare delle patologie di vario tipo, anche molto serie. Fanno bene le aziende del settore a puntare anche sull’estetica dei loro prodotti: ho visto ad esempio unità decentralizzate impreziosite da una illuminazione a LED che offre una estetica molto gradevole. Chissà che la sempre più studiata configurazione estetica di centrali, bocchette e pannelli di controllo possa impattare anche su una maggiore attenzione sulla IAQ (Indoor Air Quality).
Sai, ho la centrale VMC del momento! È bellissima: puoi accendere le luci a led con il telecomando o con lo smartphone! Come si dice…il fine giustifica i mezzi! Credo comunque che non ci sia ancora abbastanza conoscenza sull’indispensabilità della VMC. E con dispiacere osservo che non è ancora valorizzata a livello legislativo, ad esempio tramite il meccanismo degli incentivi fiscali.
6) Si parla molto della Direttiva UE, Case Green: secondo te quali effetti produrrà?
Posso essere schietta? Le persone iniziano ad andare nel panico. Nel nostro studio stanno arrivando telefonate e richieste di consulenza perché “si è sentito dire che forse” un immobile in classe E non potrà più essere venduto dal 2030. In questo caso cerco di tranquillizzare tutti, spiegando che gli immobili esistenti hanno grandissime potenzialità di risparmio energetico con interventi mirati, utili ed efficaci, con un costo sostenibile.
Ovviamente in questi casi non posso non soffermarmi sull’importanza della VMC: informo che la sostituzione dei serramenti esistenti con modelli nuovi, efficienti e ad elevata tenuta al vento può creare problemi di formazione di muffe, ma che per “prevenire” il problema esiste la VMC. Mi viene da concludere: la VMC è veramente green!
7) Qual è la domanda più bizzarra che ti sia stata rivolta in ambito professionale? Ricordi un aneddoto divertente?
Mi è capitato più volte questo: al termine di convegni sulla VMC in cui per 4 ore ho spiegato l’importanza della progettazione del ricambio dell’aria in maniera meccanica con il quale è possibile controllare minuziosamente le portate, filtrare l’aria in ingresso e recuperare calore dall’aria espulsa, arrivano dei progettisti con tanto di planimetrie alla mano che mi chiedono di aiutarli a studiare delle strategie per recuperare cunicoli in vecchie canne fumarie di loro abitazioni per indurre la ventilazione naturale degli ambienti. Nemmeno un mago potrebbe farlo! La VMC è una cosa seria…quindi Keep calm and design VMC!
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