Il migliore metodo per prevenire problemi di muffa? Il ricambio dell’aria
La soluzione più vantaggiosa per evitare l’accumulo dell’umidità e di muffe in casa è sicuramente quella di realizzare un valido ricambio d’aria, automatico e continuo.
Aerazione in casa: muffa addio con la VMC
Se hai letto l’e-book che ti guida alla scelta della migliore soluzione contro la muffa, ormai l’equazione dovrebbe esserti familiare: dove c’è una accurata areazione della casa è possibile tenere sotto controllo l’umidità, e in una casa ben asciutta e senza problemi di umidità è molto più difficile avere le condizioni per il proliferare di muffe su pareti e arredi.
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Dicevamo, la soluzione più vantaggiosa per evitare l’accumulo dell’umidità in casa è senza dubbio quella di realizzare un adeguato ricambio di aria, preferibilmente con una certa continuità.
La ventilazione degli ambienti è in grado di allontanare efficacemente non solo l’umidità che viene prodotta all’interno dell’edificio, ma consente anche l’eliminazione di tutte le altre sostanze inquinanti che si trovano al suo interno come il particolato, i VOC, l’eventuale gas radon, senza dimenticare che per respirare abbiamo bisogno di inspirare continuamente ossigeno e di espellere anidride carbonica.
Un ricambio d’aria efficace ed efficiente deve essere innanzitutto continuo, deve operare durante tutte le 24 ore, deve consentire l’evacuazione degli inquinanti evitando il loro accumulo e possibilmente non deve disperdere inutilmente il calore contenuto nell’aria in uscita.
Come creare un ricambio d’aria in casa
Per creare un corretto ricambio d’aria in casa i metodi sono due: l’aerazione e la ventilazione forzata. L’aerazione consiste nella realizzazione naturale dei ricambi d’aria o spontaneamente attraverso gli spifferi o in aperture statiche opportunamente dimensionate e posizionate, oppure per mezzo dell’apertura manuale delle finestre.
La ventilazione invece consente di realizzare i necessari ricambi d’aria in maniera forzata tramite dei sistemi motorizzati di elettro-ventole, eventualmente temporizzati o regolati con dei sensori. Sono possibili dei sistemi misti, detti anche ibridi dove l’aerazione naturale e quella forzata operano in modalità coordinata e assistita o per reciproca esclusione.
A questo punto, ti starai chiedendo: qual è il sistema di ricambio dell’aria più efficace e conveniente? il metodo naturale oppure quello forzato?
È una domanda che può ammettere diverse risposte.
Aprire le finestre per arieggiare
I sistemi naturali si ottengono molto facilmente e con poca spesa. Si tratta in qualche modo di ripristinare le infiltrazioni d’aria che prima provenivano dagli spifferi. Con questi metodi però, le quantità d’aria ricambiata dipendono fortemente dalle condizioni esterne come l’intensità del vento e l’esposizione dell’edificio.
Se per esempio questo si trova in posizione protetta, magari fra altri edifici, con le aperture su un solo lato e per di più in una zona geografica di aria generalmente calma, con l’aerazione naturale i risultati ottenuti saranno molto modesti.
Dove passa l’aria passa anche il rumore e questo aspetto può essere determinante in quelle zone soggette a forte traffico veicolare anche notturno o nelle zone dove si svolgono attività rumorose.
L’aria immessa nell’edificio aprendo le finestre non può essere filtrata perché le differenze di pressione in gioco sono talmente basse da non consentire l’utilizzo di alcun sistema di filtrazione. Non è possibile il recupero del calore contenuto nell’aria estratta, perciò il ricambio naturale corrisponde sempre alla dispersione del 100% del calore in uscita.
Ricambio d’aria con la ventilazione meccanica controllata
Nei sistemi di ventilazione forzata e, maggiormente, in quelli chiamati di Ventilazione Meccanica Controllata, è possibile regolare i ricambi d’aria automaticamente in base alle esigenze degli occupanti, anche in funzione delle singole preferenze. Inoltre, è possibile sia filtrare l’aria immessa per evitare di far entrare polveri di qualsiasi tipo come ad esempio spore, pollini e particolato atmosferico e soprattutto recuperare quasi tutto il calore contenuto nell’aria estratta.
Generalmente i sistemi di VMC più prestazionali hanno rendimenti di recupero del calore che vanno dall’80 al 90% anche in funzione della velocità dell’aria (più il flusso d’aria è lento e maggiore è il rendimento del recuperatore di calore) e sono in grado di ridurre sensibilmente l’ingresso di rumori indesiderati all’interno dell’edificio.
Prevenire la muffa e fare risparmio energetico
Cosa significa “rendimento di recupero del 90%”? Quando apriamo le finestre per cambiare l’aria in casa, se all’esterno la temperatura è di 0°C e all’interno è di 20°C, l’aria che esce è a 20°C mentre quella che entra è a 0°C, perciò la perdita di calore è totale. Tutto il calore contenuto nell’aria interna verrà “buttato via” dalla finestra e l’aria in ingresso sarà fredda come quella esterna.
Se invece si utilizza un sistema di ventilazione con scambiatore termico avente il recupero di calore del 90% – nel caso dei modelli Helty Flow è certificato al 91% da TUV – l’aria estratta sarà sempre a 20°C, mentre quella immessa si porterà a 18°C con enormi benefici del comfort abitativo. E con un risparmio sensibile nella bolletta energetica.
I sistemi di VMC più moderni hanno dei consumi di energia elettrica molto bassi, che sono una piccola frazione dell’energia termica recuperata. A fronte di pochi watt elettrici impiegati per far funzionare le ventole e i sensori, si possono recuperare molti watt termici, nell’ordine delle decine di volte tanto.
In alcuni casi, la semplice adozione di un sistema di ventilazione con recupero di calore, è in grado di migliorare la classe energetica dell’edificio, perciò oltre a prevenire le muffe, a ridurre i consumi energetici e a migliorare il comfort abitativo, si aumenta anche il valore immobiliare dell’abitazione.